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Il Falso Mito della Collaborazione Online: Il Progetto

Il Falso Mito della Collaborazione Online: Il Progetto

COLLABORARE ONLINE: UN MODELLO ORGANIZZATIVO O UN MERO TENTATIVO DI SPECULAZIONE DEL LAVORO?

Molte cose la scuola non le insegna, il mondo del lavoro è qualcosa di complesso e spesso chi sta “nel mezzo” si trova ad imparare sbagliando. La collaborazione nel lavoro è spesso intesa come un sistema di “scambio” in tacito accordo tra le parti: Io do a te, tu dai a me. Senza compromessi o vincoli che possano sancire questa “promessa”.

 

Negli ultimi anni, il senso di collaborazione tra professionisti è diventata una necessità e su questa necessità c’è chi sa come speculare.

FACCIAMO SUBITO UNA PREMESSA SUL CONCETTO DI COLLABORAZIONE PROFESSIONALE E SU QUELLO CHE REALMENTE SAREBBE IL VALORE DI UN CORRETTO APPROCCIO DI METODO ALLA COLLABORAZIONE TRA PROFESSIONISTI

Collaborare significa mettere in condivisione delle risorse con la finalità di un obiettivo comune. Scambiarsi favori è un’altra cosa, ricambiare una cortesia è un’altra cosa.

 

La collaborazione professionale è un modello di lavoro NON un sistema per appoggiarsi sugli altri. Collaborare professionalmente significa assumersi delle responsabilità, avere una visione complessiva di quello che si sta facendo insieme e soprattutto è un’intesa forte tra le parti.

Non può essere una vera collaborazione tra 2 o più professionisti se non c’è sincronia mentale. Se esistono invidie, antipatie o se uno pensa di essere più bravo, furbo o intelligente dell’altro.

LA COLLABORAZIONE ONLINE A LIVELLO PROFESSIONALE È UN MODELLO VINCENTE, MA SERVE AVERE DELLE REGOLE ED UN MODELLO DI SVILUPPO CHE MOSTRI DEGLI OBIETTIVI CHIARI E NON BASATI SULL’APPROSSIMAZIONE PER CONVENIENZA DI UNO O DELL’ALTRO

Uno dei grossi limiti che ho incontrato nella mia esperienza sul tema è che le persone NON amano condividere, lo fanno solo se ci trovano una convenienza personale, un modo per speculare sull’altro.

Sta proprio in questo paradosso la grande difficoltà di stabilire delle serie collaborazioni professionali. Collaborare con professionisti significa mettere da parte l’ IO e dare spazio al NOI.

 

L’INIZIO DI UNA COLLABORAZIONE PROFESSIONALE DEVE BASARSI SU 3 SEMPLICI ED EFFICACI PRINCIPI:

1) Non prevalere mai sull’altro, anche se ci si sente in diritto di farlo

Quando collabori professionalmente con altre persone NON sei il capo, sei un braccio operativo, e se qualcosa non è andata bene o un altro ha commesso un errore il problema è di tutti e tutti devono riconoscere di aver sbagliato sottovalutando ciò che poteva accadere.

 

2) La collaborazione professionale deve iniziare con delle regole scritte e condivise

Iniziare una collaborazione cercando di risolvere i problemi quando arrivano è l’inizio della fine già scritta. A meno che non ci sia una fortissima sincronia ed un rispetto tra le parti, dovuto a legami forti, ti sconsiglio di iniziare una collaborazione che non abbia un documento scritto, condiviso e firmato da tutti.

Le persone sanno dimenticare facilmente a convenienza ciò che hai fatto o dato senza chiedere nulla in cambio e al momento che meno te l’aspetti ti accuseranno di NON poterlo dimostrare.

 

3) Se pensi di essere il migliore di tutti allora corri da solo, non puoi collaborare con nessuno che non sia un tuo dipendente o un tuo seguace

La collaborazione è un gioco di squadra, si vince e si perde insieme, ogni successo dipende da tutti, come ogni sconfitta. È banale da dire, ma ti accorgerai presto che le persone collaborano per poi stilare una classifica di “primi della classe”.

In questi casi, se ti senti davvero così forte, non cercare collaborazioni, nessuno ti deve niente se sei bravo, se lo sei davvero ti verrà riconosciuto, non è necessario fare graduatorie di merito.

 

COLLABORARE PER RIDURRE I COSTI: L’ERRORE CHE HO COMMESSO PRIMA DI TE

Quando vuoi raggiungere un obiettivo, il primo pensiero è sempre quello di trovare soluzioni per ridurre i costi. La collaborazione professionale viene subito percepita come un sistema per ridurre le spese, ma con l’esperienza ti accorgerai che NON è la verità.

Quando sei coinvolto in una collaborazione professionale SENZA AVER STABILITO UN MODELLO DI SOSTENIBILITÀ, il tempo che dedicherai al progetto sarà maggiore della reale resa economica. In sostanza lavorerai di più per ottenere lo stesso risultato.

I costi attraverso una collaborazione professionale si riducono solo se TUTTI hanno un ruolo definito e si stabiliscono degli obiettivi da raggiungere. Se mancano questi 2 elementi in una collaborazione professionale, allora i costi saranno superiori alle aspettative, sia in termini di tempo perché ognuno farà quel penserà giusto, possibilmente sovrapponendosi e quindi sprecando energie, sia in termini di spesa, perché non essendoci un piano condiviso le persone coinvolte spenderanno risorse in ciò che riterranno opportuno per il gruppo, ma senza che gli altri ne percepiscano il valore.

 

PREVENIRE I CONFLITTI TRA COLLABORATORI CON LA TECNICA DEI SONDAGGI ANONIMI

Riuscire a comprendere gli altri è un’attività complessa e spesso non tutti hanno il carattere di saper ascoltare e riflettere. L’unico modo che conosco per conoscersi meglio è quello di confrontarsi in maniera trasparente, ma in “anonimo”. No, non è un controsenso e ti spiego anche perché è necessario farlo in questo modo.

La trasparenza nel dialogo si basa sul principio che NON si debba nascondere o tenersi dentro ciò che si ha da dire, ma in un gruppo di persone NON tutti hanno la capacità di affrontare direttamente gli altri. Spesso si ha difficoltà nel dire le cose in faccia, per timidezza, per poca conoscenza dell’altro, per sensibilità o semplicemente per timore della reazione altrui. Per tutti questi motivi, in una riunione di confronto, quasi mai emergeranno le vere problematiche e si cercherà di girare intorno al problema senza affrontarlo. Non è una colpa, è solo una questione di metodo poco efficiente.

Se si vuole davvero conoscere cosa pensano gli altri serve offrire un metodo che permetta di farlo in trasparenza, mettendo tutti nella condizione di potersi esprimere e segnalare ciò che a proprio parare non va bene. In questo modo, la persona coinvolta da una segnalazione potrà offrire la sua motivazione ad un atteggiamento sbagliato o offrire un maggiore approfondimento sulla questione.

 

LA COLLABORAZIONE PROFESSIONALE È UN RAPPORTO ORIZZONTALE TRA PERSONE CHE SI BASA SULLA FIDUCIA E STIMA DEGLI ALTRI

Se una o più persone NON sono in grado di sopportare le critiche o le mancanze degli altri NON è la persona adatta a collaborare. Prima te ne accorgi, meglio è per te e per il gruppo di collaboratori.

Collaborare professionalmente è una delle attività più complesse che ho affrontato, ho fatto errori, ho perso soldi, ho perso tempo, ho deluso persone, sono stato male, ho rotto amicizie fraterne, ma ho anche avuto dei successi personali, conosciuto molte persone che mi hanno aiutato ad aprire la mente. Ho imparato a conoscere più me stesso, ho viaggiato per incontrare persone con cui collaboravo da molto tempo senza mai esserci visti di persona.

Insomma, tirate le somme fino ad oggi, in base alla mia piccola, ma intensa esperienza, posso suggerire che la collaborazione professionale è solo un vantaggio, ma è importantissimo NON lasciarsi trasportare dalle emozioni e farle prevalere sul metodo e sull’approccio professionale.

Devi imparare a convivere con le esperienze degli altri, a condividere la tua esperienza senza aspettarti nulla in cambio, ma soprattutto è necessario STABILIRE un modello di sopravvivenza e di sviluppo che sia sostenibile per tutti.

UNA COLLABORAZIONE PROFESSIONALE SENZA UN PROGETTO DI SOSTENIBILITÀ PER TUTTO IL GRUPPO È UN PROGETTO A RISCHIO DI ROTTURA

Quando inizia una collaborazione professionale devi da subito provvedere a proporre un piano di sostenibilità per tutti, questo serve per ridurre il rischio che il progetto sia costantemente  soggetto a fallimento per inadempienza di uno o dell’altro collaboratore.

Quando il vero lavoro si fa duro e nessuno sa cosa serve per sostenere il progetto o come fare per andare avanti con il progetto comune, allora ognuno si sentirà il diritto di fare come meglio crede per raggiungere il SUO scopo.

Se non c’è un bene comune da raggiungere ed un modello di sviluppo per farlo, nessuno avrà la sensazione di infrangere le regole e proverà a trovare la soluzione più utile per sé stesso dimenticando le necessità degli altri.

 

SE UNA COLLABORAZIONE PROFESSIONALE FINISCE SEI IL PRIMO AD AVER FALLITO, MA DEVI PRENDERE SPUNTO DAI TUOI ERRORI PER MIGLIORARTI

Quando si rompe un rapporto di collaborazione si ha sempre un senso di vuoto dentro, un disorientamento temporale. Il mio suggerimento è di riconoscere i tuoi errori analizzando a mente fredda cosa è accaduto e quali sono state le dinamiche che hanno creato l’incomprensione. 

 

Ogni fallimento deve essere analizzato e non essere visto come chiusura di ogni altro tipo di collaborazione.

 

Se il tuo carattere si sposa bene con la metodologia di collaborazione allora devi continuare a farlo, ma traendo esperienza dai propri errori passati.

La colpa NON è mai degli altri, il primo a prendersi le colpe devi essere tu. Se si è rotto un rapporto di lavoro, come un rapporto di collaborazione professionale significa che anche tu non sei stato capace di comprendere gli altri, o magari non sei stato in grado di capirlo in anticipo dove si sarebbe andati a parare.

 

NON RIMPIANGERE IL TEMPO CHE HAI DEDICATO, QUALCUN’ALTRO NE AVRÀ GIOVATO E SE CREDI DAVVERO NELLA COLLABORAZIONE ALLORA SAI CHE È GIUSTO CHE SIA COSÌ

 

Un consiglio spassionato, se hai deciso di collaborare in un progetto professionale dedicati al massimo, ma non contare le ore che spendi per tutti. Nessuno conta il tempo che investono gli altri, solo i singoli hanno la percezione di aver dato di più di un altro, ma spesso NON è così. Per evitare tutto questo, ritorna al punto più sopra, quando accenno ad una tecnica per prevenire i conflitti.

Il tempo è tutto ciò che determina il nostro senso di orientamento, è un bene prezioso e come tale va saputo dosare nella maniera in cui ci si sente coinvolti.

Quando avrai la sensazione che il tuo tempo valga di più di quello degli altri, allora fermati perché sei già sull’orlo del precipizio verso la rottura del rapporto.

 

PERCHÉ HO CONDIVISO CON TE QUESTE RIFLESSIONI E COME PUOI METTERLE IN PRATICA?

Queste riflessioni nascono dalla mia voglia di condividere e dalla convinzione che utilizzare modelli di collaborazione professionale sia il futuro delle professioni.

 

Nessun professionista nel futuro prossimo potrà non tenerne conto, se non si è Rockefeller, serve necessariamente convivere con altri professionisti e condividere con loro dei progetti al fine di svilupparli. Lo scopo NON è banalmente quello di ridurre i costi, ma di avere una visione più ampia del sistema in cui si opera.

Il tempo di ogni singola persona è limitato e l’unico sistema che conosco per rendere efficiente la gestione del tempo è di “condividerlo” con altri per ridurre l’usura dello spreco.

 Per mettere in pratica un approccio alla collaborazione professionale più proficua basta riflettere su quelli che sono i propri obiettivi professionali. 

A quel punto serve selezionare bene le persone con cui collaborare, semplicemente ponendo in anticipo la questione metodologica. Se le persone con cui vorrai collaborare NON hanno idea di una metodologia da applicare hai solo 2 strade:

1) Proporre tu una metodologia

2) Non collaborare con quelle persone

 

Se ti serve un aiuto o vuoi confrontarti su questa tematica, puoi lasciare un commento.

 

 

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