C’è un solo motivo se oggi ci troviamo con le pezze al culo, abbiamo passato gli ultimi 100 anni della nostra storia per costruire modelli di apprendimento per i “primi della classe” a discapito dei modelli di “sapere condiviso“.
Un sistema didattico basato su un modello capitalista che vede nei “primi della classe” gli unici eroi della comunità, capaci di costruire per sé e per gli altri, senza chiedere il parare degli altri, ovviamente. Siamo stati progettati per non condividere nulla, se non per opportunismo. (Leggi altro)
Entrambi i problemi costituiscono il vero motore dell’economia capitalista.
La Buona Scuola mira all’eccellenza, ma l’eccellenza è pura illusione, perché se non si sa condividere non si può progredire . Le innovazioni nascono dallo scambio di conoscenze ed esperienze. Se la scuola non aiuta a comprendere i modelli di connessione e condivisione del sapere per premiare pochi a discapito di molti, è evidente che il sistema costituito tenderà ad un limite di sviluppo.
Non può esserci progressione se il sapere e la ricchezza è in mano a pochi, si tratta di una banale constatazione logica, non di logica comunista o di frati cappuccini. Come si può pensare ad un sistema generativo se abbiamo costruito una società ad imbuto?
Come si può immaginare un’economia sostenibile se alla base di tutto c’è la voglia di appropriarsi dei beni?
Qualche giorno fa ho visto un film che rappresentava una società futura divisa in fazioni per mantenere un equilibrio, fino a che una fazione non decide di voler prendere le decisioni per gli altri.
Non mi è sembrata una visione irreale del futuro, anzi, mi ha fatto riflettere su ciò che stiamo costruendo oggi e di come i “Migliori” siano di fatto i futuri imperialisti di domani, perché la cultura che stiamo sviluppando è di un sapere sgocciolato dall’alto, filtrato e dosato per non far conoscere. Un antidoto virale per evitare che i “primi della classe” possano essere scoperti e che perdano il loro potere decisionale.
Gli imperialisti di domani sono quelli che oggi abbiamo definito “Migliori”, ma avremo la possibilità di ottenere un equilibrio se impareremo a connetterci e condividere il sapere.
Il sapere condiviso è la vera ricchezza , non esiste cura che non abbia subito un processo di condivisione del sapere (leggi esempio), non esiste soluzione che non sia stata confutata e rimessa in discussione dallo scambio di conoscenze.
Se sapremo utilizzare il web (non quello virtuale di Second Life) per costruire reti di sapere allora potremo pensare di avere un controllo dell’equilibrio tra chi è definito “Migliore” per eredità e chi continuerà ad essere cattivo per ribellione o per puro egoismo.
Chi si impegna per diffondere questa visione di web può considerarsi uno degli eroi che aiuterà a salvarci dall’imperialismo.